Ritirare ai cittadini di etnia serba fuggiti negli anni del conflitto (1991-95) lo status di rifugiati. Questa la richiesta fatta a Ginevra, presso l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), dalla delegazione della Croazia. Motivazione: visti gli anni trascorsi dalla guerra, le persone fuggite allora hanno avuto tutto il tempo e il modo di scegliere dove voler vivere.
Era previsto, e puntualmente è successo. Il primo giorno lavorativo dopo la pausa estiva del parlamento di Sofia ha coinciso con un nuovo gonfiarsi delle proteste anti-governative che riempiono le piazze del centro della capitale bulgara da quasi tre mesi, chiedendo a gran voce le dimissioni del governo di centrosinistra del premier Plamen Oresharski.
Nel giugno 2011 erano stati trasformati in supereroi americani, da Superman all'Uomo ragno. Un anno più tardi si erano ritrovati con un cappuccio in testa, in atto di solidarietà con il gruppo russo Pussy Riot. La mattina del 21 agosto scorso, invece, i soldati di bronzo del monumento all'Armata rossa che svetta nel centro di Sofia, si sono risvegliati vestiti di rosa shocking.
Tito? E' un agente russo o polacco, sostituito al vero Josip Broz alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Queste le conclusioni a cui erano arrivati nel 1977 gli agenti della CIA, analizzando i tratti caratteristici della pronuncia del leader jugoslavo. Conclusioni rese pubbliche dalla National Security Agency, che ha recentemente declassificato il documento.
In Armenia, paese in cui la cultura dell'automobile la fa da padrone, fino ad oggi vedere un adulto in bicicletta provocava alzate di sopracciglia, o addirittura grasse risate. Ma ora, racconta Marianna Grigoryan in un articolo su Eurasianet.org, pedalare inizia ad essere cool, almeno nella capitale Yerevan.
Antivari (o Bar Vecchia), già importante centro del regno di Zeta e dei possedimenti della dinastia reale dei Nemanjić, quindi libero comune e dal 1443 “locho delli illustrissimi Signori Venetiani, posto sul Mare Adriatico in confine della Dalmatia et Albania”, viene conquistata dagli Ottomani nel 1571, anno della battaglia di Lepanto.
Un'indipendenza giusta, che però non ha portato né particolari vantaggi né svantaggi alla Russia, e un parallelo ritorno di simpatia nei confronti della Georgia. Questi, in sintesi, i risultati di un'indagine del centro di ricerche sociali “Levada” condotta alla vigilia del quinto anniversario della breve guerra russo-georgiana dell'agosto 2008, che portò al riconoscimento dell'indipendenza di Abkhazia e Ossezia dalla Georgia da parte di Mosca.
La gara d'appalto, per quasi un milione di euro, era stata lanciata ad aprile. I primi tre tentativi, però, sono stati un buco nell'acqua: nessuno sembra interessato a costruire la nuova moschea nell'ex base navale di Votanikos, ad Atene.
Dopo diciotto giorni di ricerche affannose li hanno trovati. Morti. Ivan Lazarov, 35 anni, e Nikolay Mihaylov, 42, erano rimasti sepolti dopo un crollo nella miniera di Oranovo, nella municipalità di Simitli, in Bulgaria sud-occidentale.
Un pianoforte a coda nel cuore delle proteste di piazza. Dopo che quello suonato dal musicista itinerante Davide Martello è diventato inaspettatamente uno dei simboli delle manifestazioni di Gezi Park, in Turchia, lo strumento ha fatto la sua comparsa anche di fronte all'Assemblea Nazionale di Sofia.
Giornalista, vive a Sofia e lavora per Osservatorio Balcani e Caucaso dal 2006. Instancabile viaggiatore, collabora con varie testate italiane e internazionali. Twitta @fmartino_obc